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Admirria è una truffa? Il caso Katia Palagi

Le truffe online cambiano forma, si trasformano, si adattano. Non sono più solo email di finti principi nigeriani o telefonate da falsi operatori bancari. Oggi, le truffe sono più raffinate, professionali, camuffate dietro aziende con siti web impeccabili e profili social curati nei minimi dettagli.

Il caso di Admirria è uno di quelli che lascia un segno profondo. Non è solo una truffa finanziaria, ma un meccanismo ben congegnato che non si limita a derubare le vittime, ma le trascina in un vortice di disperazione, fino alle conseguenze più tragiche.

La storia di Katia Palagi è un pugno nello stomaco. Una donna normale, con un lavoro stabile, una famiglia alle spalle, che si è trovata intrappolata in una rete di inganni così ben costruita da sembrare reale. Quando si è accorta della verità, era troppo tardi.

L’illusione del guadagno facile

⚠️ Truffe Online: Il Caso Katia Palagi e il Giallo di Admirria

Tutto inizia quando Katia, come tante altre persone, è alla ricerca di un modo per far fruttare i suoi risparmi. Navigando online si imbatte in un’opportunità di investimento che sembra sicura e redditizia. Il sito che la contatta ha un aspetto professionale, le persone con cui parla sono cordiali e disponibili. Le mostrano dati, grafici, statistiche che sembrano dimostrare come tanti altri abbiano già guadagnato cifre importanti.

Il primo passo è piccolo: un deposito di poche centinaia di euro, inviato tramite bonifico bancario a conti in Lituania e Inghilterra. Dopo qualche giorno, sul suo account online, Katia vede un primo incremento dei guadagni. È entusiasta, convinta di aver trovato un sistema sicuro. Decide di investire di più.

Ma è qui che scatta la trappola.

Ogni volta che tenta di prelevare una parte dei suoi soldi, le viene detto che per farlo deve prima depositare ancora di più, per sbloccare il conto o attivare una nuova funzione. I guadagni sembrano continuare a crescere, ma in realtà non esistono. Sono solo numeri su uno schermo, una manipolazione creata apposta per spingere la vittima a versare sempre più denaro.

Nel giro di pochi mesi, Katia investe tutto ciò che ha. Non si ferma nemmeno quando le prime avvisaglie di pericolo diventano evidenti. La paura di aver perso tutto è più forte del dubbio. Si convince che l’unico modo per recuperare sia andare avanti. Chiede prestiti, coinvolge la madre, accumula debiti. Ma il denaro scompare, inghiottito nel nulla.

Admirria: la seconda trappola

💣💣 Cosa abbiamo scoperto su Admirria

Quando finalmente si rende conto di essere stata truffata, Katia cerca disperatamente una soluzione. Ed è qui che entra in gioco Admirria, il secondo inganno.

Admirria si presenta come un’azienda specializzata nel recupero fondi per le vittime di truffe finanziarie. Il loro sito è perfetto, con recensioni positive, articoli di esperti e consulenti disponibili 24 ore su 24. Le promesse sono chiare: riavranno i tuoi soldi. Basta affidarsi a loro.

Katia, disperata, si aggrappa a questa possibilità. Li contatta. Un consulente le parla in modo rassicurante, le spiega che è possibile recuperare le somme perse. Dopo pochi giorni, piccoli importi iniziano ad arrivare sul suo conto.

Ma non sono i suoi soldi. Sono i soldi di altre vittime, spostati da un conto all’altro in un sistema piramidale. Katia non lo sa, ma ormai è entrata in un altro meccanismo di frode. Il suo nome compare su operazioni finanziarie sospette. Viene denunciata.

La pressione aumenta. Le richieste di soldi non si fermano. Viene minacciata, ricattata. Ogni volta che sembra aver trovato una via d’uscita, le viene imposto un nuovo pagamento, una nuova condizione.

Katia si arrende. Si toglie la vita.

Ma la truffa non si ferma. Il suo telefono continua a squillare anche dopo la sua morte. Sono ancora loro. Gli stessi truffatori che le avevano promesso aiuto.

Admirria è ancora attiva?

Nonostante le denunce, nonostante il clamore mediatico, Admirria non è scomparsa. Gli account social sono ancora online. TikTok, Instagram, persino YouTube mostrano ancora contenuti promozionali della loro finta azienda.

Grazie alle indagini della community gianca net, sono emersi dettagli inquietanti.

Admirria è solo un nome di facciata. Dietro di essa si nasconde una società registrata nel Regno Unito: Global Tech Industries Limited. Questo nome compare in numerose segnalazioni di enti finanziari in Canada, Belgio e altri paesi europei. Ma chi c’è davvero dietro questa struttura?

I nomi associati alla società sono Laura Cana, Joakim Magro de Almeida e Giorgos Mankavis.

Laura Cana risulta un’analista finanziaria legata a diverse aziende sospette. Joakim Magro de Almeida è collegato a centinaia di società nel settore del trading, molte delle quali segnalate come fraudolente. Giorgos Mankavis si presenta come membro del board della Banca di Grecia, ma il suo nome non compare in alcun registro ufficiale.

Admirria non è scomparsa. Ha solo cambiato pelle.

Il loro schema si ripete. Aprono nuovi domini, come admirria.com, admirria.tech e admirria.online. Quando uno viene chiuso, ne aprono un altro.

Continuano a operare attraverso pubblicità sui social, recensioni false su Trustpilot e video promozionali su YouTube. Persino influencer e canali con migliaia di iscritti hanno accettato di promuoverli, rendendo la loro immagine ancora più credibile.

Il contatto con Admirria

Durante l’indagine, il team di gianca net ha provato a scrivere direttamente ad Admirria su Instagram.

La risposta è arrivata subito.

Un messaggio automatico che invitava a mandare una mail a un indirizzo sconosciuto. Un segnale chiaro: la truffa è ancora attiva.

Nonostante le segnalazioni alle autorità, nonostante le denunce, nessuna piattaforma ha ancora rimosso i loro account.

Se vuoi seguire gli aggiornamenti e contribuire alle ricerche, iscriviti al canale e partecipa alle live.

Solo condividendo queste informazioni possiamo combattere queste truffe. Non lasciare che altre persone diventino vittime. Diffondi la storia di Katia Palagi.

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