In questi giorni la serie Adolescence, distribuita da Netflix, è finita al centro di una campagna di disinformazione razzista nata sui social, e amplificata da figure influenti come Elon Musk e alcuni content creator vicini alla destra americana. La vicenda è stata ricostruita con precisione da David Puente su Open.
La fake news parte da un post dell’utente Ian Miles Cheong, noto per la diffusione di contenuti controversi, che ha sostenuto che la serie fosse ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto, e che il protagonista reale dell’evento – un giovane nero di nome Hassan Sentamu – fosse stato “sostituito” nella serie da un attore bianco per “proteggere l’immagine dei neri” e “demonizzare i bianchi”. Una narrazione tossica che si inserisce nella retorica già ampiamente diffusa secondo cui la cultura “woke” e l’inclusività starebbero distorcendo la realtà.
Il post è stato rilanciato da Elon Musk con un semplice “Wow”, contribuendo a dargli ulteriore visibilità: oltre 4 milioni di visualizzazioni in poche ore. Ma la notizia è completamente falsa.
La verità è che Adolescence non è ispirata a un caso specifico, ma è una fiction originale, che esplora temi legati all’adolescenza, alla rabbia maschile, alla solitudine, al rapporto con i social, alla paternità. Una narrazione intensa e coraggiosa, interpretata magistralmente dal giovane attore Owen Cooper, che nella serie interpreta un dodicenne coinvolto in un caso drammatico.
La confutazione della fake news è semplice anche sul piano cronologico: il presunto fatto di cronaca (l’omicidio di Southport) è successivo all’annuncio ufficiale della serie da parte di Netflix, quindi è impossibile che ne abbia ispirato la scrittura e produzione. Le tempistiche smontano del tutto l’assunto su cui si basa la bufala.
Nonostante le numerose segnalazioni, il sistema Community Notes di X (ex Twitter) non ha etichettato il post come falso, sollevando dubbi sull’efficacia e sull’imparzialità degli strumenti di moderazione nei confronti dei contenuti virali e politicamente connotati.
Una vicenda che rivela ancora una volta quanto sia facile strumentalizzare opere di finzione per promuovere agende ideologiche, e quanto sia difficile per gli utenti distinguere tra realtà e manipolazione, soprattutto quando i contenuti vengono amplificati da figure di rilievo globale.
Nel frattempo, Adolescence continua a essere una delle serie più discusse e apprezzate del momento. Chi l’ha vista sa che parla di molto più che di un singolo caso: è uno specchio inquietante e lucido dell’adolescenza contemporanea, raccontato con empatia e potenza visiva. E merita di essere guardata per quello che è, non per le bugie che le vengono cucite addosso.