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Pietro Michelangeli e la scelta di abbandonare Instagram

Instagram, truffe e censura: il caso di Pietro Michelangeli

Instagram è un posto non sempre affidabile. Non solo per chi lo usa, ma anche per chi ci lavora. Pietro Michelangeli, divulgatore di finanza personale, ha raccontato la sua esperienza con il social di Meta e ha preso una decisione drastica: abbandonarlo. Non perché non funzioni, ma perché funziona male. E non in modo casuale.

Michelangeli ha visto la sua faccia comparire in decine di pubblicità false, utilizzata senza il suo consenso per truffare le persone. Un problema serio, segnalato più volte a Meta, senza ottenere risposte concrete. Mentre gli annunci fasulli proliferavano indisturbati, lui si è ritrovato a combattere con un’assistenza inefficace, penalizzazioni inspiegabili e un sistema che sembra premiare i truffatori più di chi cerca di fare informazione.

Le pubblicità truffa con la sua faccia

Il primo campanello d’allarme è suonato quando ha iniziato a ricevere messaggi dai suoi follower. “Guarda qui, usano la tua immagine per promuovere investimenti fasulli.” Decine di segnalazioni, poi centinaia. Michelangeli ha provato a reagire: ha scritto a Meta, ha cercato di far rimuovere le ads ingannevoli. Niente. La risposta era sempre la stessa: “Non violano le linee guida”.

Allora ha provato la carta dell’abbonamento premium. Meta offre un servizio a pagamento – circa 200 euro all’anno – che dovrebbe garantire maggiore protezione e un’assistenza più diretta. Un creatore di contenuti, per difendere la sua identità, deve pagare. Non proprio il massimo, ma Pietro ha tentato comunque questa strada.

Inizialmente sembrava funzionare. Alcune truffe sono state rimosse, altre meno. Poi, improvvisamente, la situazione è precipitata.

La censura assurda

Gennaio 2025. Le pubblicità false esplodono nuovamente e la sua casella di messaggi si riempie di segnalazioni da parte dei follower. Michelangeli riprova a scrivere a Meta, a usare i moduli di segnalazione, a contattare l’assistenza premium. Questa volta, però, non succede nulla. Le pubblicità rimangono lì.

A questo punto succede qualcosa di ancora più surreale. Pubblica una storia ironica, in cui spiega che con 30.000 euro si può diventare “milionari” semplicemente cambiandoli in rupie dello Sri Lanka. Un gioco di parole, un’ovvietà. Ma Meta non la prende bene. La storia viene cancellata con la motivazione che “potrebbe contenere affermazioni ingannevoli su guadagni economici”.

Ironia della sorte: mentre i truffatori con la sua faccia continuano a promuovere investimenti fraudolenti indisturbati, lui viene censurato per una battuta.

Michelangeli chiede una revisione del provvedimento, convinto che si tratti di un errore. La risposta arriva dopo pochi minuti: il blocco viene confermato.

Le conseguenze: profilo penalizzato, visibilità azzerata

Non è finita. Meta non si è limitata a rimuovere quella storia, ma ha applicato una serie di limitazioni pesantissime al suo account:

Il suo profilo non compare più nei suggerimenti di ricerca. Anche digitando il suo nome, il profilo non appare.

I suoi contenuti non vengono più mostrati agli utenti. Chi lo segue può ancora vederli, ma per tutti gli altri è come se non esistesse.

Non può più fare pubblicità per un mese. Se il suo lavoro dipendesse da Instagram, sarebbe un disastro economico.

Mentre lui viene messo all’angolo dall’algoritmo, gli scammer continuano a pubblicare annunci con il suo volto. Non è l’unico a riportare una simile esperienza. Avete avuto anche voi delle spiacevoli esperienze con Meta? O conoscete storie simili a questa? Scrivete il vostro gianca commento!

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L’addio a Instagram

A questo punto, la decisione è inevitabile. Michelangeli sceglie di non gestire più direttamente il suo account. Non lo cancella, ma lo trasforma in una vetrina: sarà il suo team a pubblicare qualche aggiornamento sui video, senza interagire. Basta storie, basta rispondere ai messaggi, basta perdere tempo con un social che non protegge i suoi utenti.

La sua è una scelta radicale, ma il problema resta. Se non ci sei, qualcuno ci sarà al posto tuo. Chi abbandona il campo non ferma i truffatori, anzi: lascia loro più spazio. È il paradosso di Instagram e di Meta in generale. Una piattaforma che colpisce i creatori onesti e lascia carta bianca agli scammer.

Michelangeli ha deciso di dire basta. Ma quanti altri dovranno fare la stessa scelta prima che qualcosa cambi?

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I contenuti di questo blog sono in buona parte realizzati con l'ausilio dell'AI. E allora non so post gianca! Sono tutti post 100% gianca, alcuni preparati a manina, altri estratti dalle trascrizioni e dai concetti espressi nei video.

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